Associazione 

Siamo un’associazione culturale no-profit. Siamo apartitici e, seppur all’interno di una netta scelta di campo garantista, grazie ad un imprescindibile minimo comune denominatore liberal-democratico, coesistono all’interno della nostra realtà diverse sensibilità politiche e culturali. 

Perché Extrema Ratio?

In Italia è diffusa la convinzione che tramite il diritto penale si possa trovare il rimedio a ogni ingiustizia e a ogni male sociale. Questa discutibile credenza ha prodotto un diritto penale che la maggioranza degli studiosi definisce “ipertrofico”, “off-limits” o addirittura “totale”, idoneo ad occuparsi di un’innumerevole serie di condotte. Si tratta tanto di un problema quantitativo, cioè di un numero indefinibile di leggi di natura penale in vigore (neppure gli esperti riescono a identificare il numero esatto di reati previsti della nostra legislazione), quanto di un problema qualitativo, e cioè di un utilizzo improprio della scure penale, usata sempre più anche a difesa di beni giuridici al di fuori della sua natura legittimante. Il diritto penale, al contrario, dovrebbe essere utilizzato come “extrema ratio”; lo Stato dovrebbe farne un utilizzo residuale, servirsene esclusivamente quando strettamente necessario. In tal senso, ecco il nostro motto: “per un diritto penale liberale, costituzionale e quindi minimo”.

“Liberale” perché la libertà personale e le garanzie individuali devono essere al centro della legislazione penale, intesa come Magna Charta del reo, unico modello compatibile con un sistema democratico, e non come un mezzo ad uso e consumo del Sovrano. “Costituzionale” perché gli unici diritti meritevoli di una protezione del diritto penale sono quelli compresi, esplicitamente o implicitamente, nella nostra Costituzione, così come sostenne Franco Bricola nella sua nota “teoria generale del reato”. “Quindi minimo” perché, partendo dalle due premesse precedenti, non si può che giungere ad una conclusione. La legislazione penale dovrebbe essere composta da un numero ragionevole di norme, (rectius, “poche” norme), volte a reprimere condotte espressive di un disvalore evidente e preesistente (“mala in se”), né sfuggente né mutevole; possibilmente chiare e precise, connotate da tassatività e determinatezza – anche per scongiurare il fenomeno dell’interpretazione creativa della Giurisprudenza; rispettose del principio di offensività e di proporzionalità ed infine raggruppate in unico contenitore, secondo l’idea illuministica della riserva di codice, in modo tale da consentire  all’individuo di distinguere agilmente quali condotte siano lecite e quali invece non lo siano.

Allo stesso modo, dopo decenni di politiche carcero-centriche, che non hanno portato ad una diminuzione della recidiva né tantomeno hanno prodotto un’efficace funzione risocializzante dei condannati, siamo convinti della necessità di utilizzare il carcere come extrema ratio. L’Italia vive da decenni un sovraffollamento penitenziario incompatibile con i diritti fondamentali e con una democrazia degna di questo nome; nonostante questo, continua a concepire come prima scelta la detenzione inframuraria, non stimolando a sufficienza i percorsi alternativi. L’art. 27 comma 3 parla chiaro, eppure è uno dei più calpestati della nostra Costituzione: viene eroso quotidianamente dalle più diffuse concezioni di prevenzione generale e special-preventiva, in un contesto nel quale il concetto di retribuzione è divenuto sinonimo di vendetta, perdendo ogni legame con il principio di proporzionalità.

Per tutti questi motivi, in conclusione, siamo profondamente convinti della necessità di stimolare un utilizzo residuale del Diritto penale e del carcere.

Attività

Eventiorganizziamo incontri, convegni e dibattiti in cui invitiamo intellettuali, avvocati, magistrati, giornalisti, esponenti di altre associazioni e del mondo della politica per discutere, ragionare e dibattere sulla giustizia penale in Italia e non solo.

Pubblicazioni sito web: abbiamo un sito web sul quale pubblichiamo articoli, interviste e saggi. Si propone come strumento di riflessioni ad ampio raggio e si svilupperà con un approccio divulgativo, senza essere per questo superficiale o tecnicamente impreciso.

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