La dottrina da decenni s’interroga sull’istituto dell’imputabilità alla luce della crisi del sistema del doppio binario, in virtù del quale, a seconda che il reato sia commesso da un soggetto imputabile, semi-imputabile o non imputabile scatta l’applicazione di discipline differenziate. Le misure di sicurezza sono ormai considerate anacronistiche alla luce di un processo di progressivo avvicinamento tra queste ultime e le pene, che può rendere difficoltoso delineare un confine netto tra le une e le altre. Sorge l’interrogativo di quale sia, oggi, la ratio che giustifica il mantenimento del doppio binario e la distinzione tra imputabili e non imputabili. Nella scelta di mantenere il doppio binario è possibile un diverso trattamento del paziente psichiatrico giudiziario? Oppure, il doppio binario non ha futuro ed è preferibile la sua radicale eliminazione? Tutto ciò alla luce della consapevolezza che l’ottica del giurista deve essere arricchita dal dialogo con altri e diversi saperi (psichiatria, criminologia), nella prospettiva di un diritto penale minimo e volto al massimo rispetto della persona umana.